Intervista a Ylenia Motta da Rotterdam


Il coraggio di salire su un treno


Dagli studi di biologia marina a quelli di naturopatia, viaggiando tra Milano e Ancona e poi ovunque l’abbia portata il cuore. Si fida del suo intuito, si appassiona di cultura orientale e ayurveda tenendo sempre sott’occhio la cucina. Attualmente la troviamo a Rotterdam, ma facciamoci raccontare da lei il suo percorso di vita e di cucina.

  1. Dopo la laurea diventi ricercatrice per il dipartimento di geologia marina dell’università di Ancona ma lavori al tempo stesso come cuoca in un ristorante macrobiotico: cosa ti piaceva allora del poter accedere in una cucina e del preparare cibo?

 

Ho sempre adorato cucinare, per me è un gesto d’amore e vedere le persone soddisfatte del cibo preparato per loro mi riempie di gratitudine! Ovviamente c’era anche l’aspetto più tecnico: era la mia prima esperienza in una cucina professionale, dove ho imparato a cucinare per grandi numeri, a gestire più preparazioni contemporaneamente, a creare ogni giorno il menù in base alle verdure che i produttori locali ci portavano, e, naturalmente, anche a risolvere eventuali imprevisti…che in cucina capitano sempre!

 

  1. Hai ascoltato una tua voce interiore che ti ha spinto a intraprendere dei nuovi studi e ti sei così diplomata presso la scuola di naturopatia Riza di Milano e da lì poi sei passata a specializzarti in medicina ayurvedica: qual è il tratto che unisce queste tue passioni?

 

La mia formazione scientifica è stata ed è fondamentale, ma non era il traguardo, bensì un mezzo per andare oltre. L’errore che spesso si fa in Occidente è di separare: scienza/discipline “alternative”, giusto/sbagliato, dimostrabile/non dimostrabile… Io ritengo che non si debba credere ciecamente a tutto, ma nemmeno avere una chiusura mentale che non permette di vedere altro da ciò che si è sempre conosciuto. Quindi, non prendo minimamente in considerazione tutte quelle soluzioni miracolose, che fanno leva sulla debolezza e la sofferenza della gente, e di cui il mondo delle cosiddette “terapie alternative” è pieno, ma tutt’altra faccenda sono le medicine tradizionali, quali, per citarne alcune, la medicina cinese, la unani e l’Ayurveda appunto. In questi sistemi di cura si hanno sia la visione più strettamente scientifica (anatomica, biochimica, fisiologica…), sia una visione più profonda, che analizza la sfera emotiva ed esperienziale dell’individuo, e le mette in correlazione perché una influenza l’altra. Però c’è una branca della fisica, la fisica quantistica, che con un linguaggio strettamente matematico, “spiega” proprio questo concetto. Quindi il tratto che unisce la fasi del mio percorso è la ricerca e l’unione.

 

  1. Ancora una volta segui il tuo intuito e scopri l’oriente, in modo particolare l’India: raccontaci la prima immagine che ti viene in mente quando ripensi all’India. E quale piatto, durante questo viaggio, ti ha sorpreso?

 

Questa domanda mi suscita forti emozioni, perché il secondo anno in cui andai in India, nel 2009, prenotai dei corsi intensivi di Ayurveda con un Maestro, in una cittadina del Kerala. Lì ricordo che avvertii una sensazione indimenticabile quando andai per la prima volta in una delle spiagge, mi sembrò di esserci già stata, di esserci sempre stata. Poi scoprii che quella è una spiaggia sacra, dove ogni mattina vengono celebrati dei riti indù. Ecco, la prima immagine che vedo è questa spiaggia. Il piatto che più di tutti mi ha sorpreso è il Masala Dosa, una sorta di piada farcita con patate speziate…ne vado davvero matta!!!

 

  1. Sei vegetariana fin da ragazza e nel momento in cui scopri di essere incinta senti nascere dentro di te una visione nuova: raccontacela

Sì, da vegetariana mi mancava quel salto per passare definitivamente ad una alimentazione vegetale, la spinta l’ho avuta con la gravidanza, perché ho pensato che io avrei potuto nutrire, accudire, giocare e vedere crescere mia figlia, mentre tantissime mamme non umane non possono. E questa cosa mi ha straziata da un lato, ma non mi ha lasciato alcun dubbio sulla scelta da prendere.

 

  1. Hai sempre lavorato in ristoranti dove poter usare il tuo estro e la tua esperienza di cucina vegetale e hai anche organizzato corsi: cosa desideri lasciare nelle persone che mangiano i tuoi piatti o che partecipano ad un tuo corso?

 

La gioia. La gioia di mangiare un buon piatto, e di prepararlo nel caso dei corsi di cucina, la gioia che danno i colori e le forme del piatto e quella della convivialità.

 

  1. Attualmente lavori a Rotterdam, in un treno che è stato trasformato in ristorante (gare du nord): come definiresti questa tua esperienza olandese?

Sono molto felice di essere qui, ho sempre amato i Paesi del nord Europa, per il loro stile di vita, rispettoso dell’ambiente e della qualità della vita. Il Gare du Nord è una conferma di questo, per me è una crescita lavorare con i miei colleghi e con il mio manager, una persona splendida. Crescita professionale, ma anche umana, non sempre purtroppo in Italia nella ristorazione si lavora in un clima rilassato e di rispetto reciproco.

  1. Mi colpisce molto il fatto che si tratti di un treno-ristorante, anche perché la cucina può davvero essere interpretata sempre come un viaggio: verso dei sapori, verso una ricerca, verso un desiderio…. qual è il tuo desiderio per il futuro? Dove ti porterà questo treno?

 

Sono grata ed orgogliosa di lavorare per questo ristorante, quindi il mio desiderio è quello un giorno di stare meno in cucina, ma più nella direzione, sia del Gare du Nord stesso, sia magari di un’attività mia, o comunque condivisa con persone con cui mi sento in sintonia.

 

  1. Sempre a Rotterdam organizzi corsi di cucina, in presenza e online: lasciaci i tuoi riferimenti se ti volessimo cercare e collegarci con te

Volentieri! Adoro insegnare e ora ci sono anche due persone in particolare con cui collaboro per promuovere tramite le loro attività i miei corsi. Sono due insegnanti di Yoga, con un proprio centro, ma che stanno lavorando ovviamente solo online ora, quindi mi fa piacere promuoverle a mia volta!

- Swami Gyanavilas Teresa Auddino,  www.taracenter.it

- Karin Montali, www.yogaconkarin.it

Sui loro siti trovate mail e numeri per contattarle.

Ci saranno a breve altre collaborazioni, che ti comunicherò appena possibile! Infine potete contattare direttamente me.

tramite la mia pagina Instagram: mottaylenia

Fb: Ylenia Motta

Mail: yleniamotta76@gmail.com

 

  1. Guardando verso il tuo passato cosa apprezzi della Ylenia più giovane?

Il coraggio di seguire sempre il mio istinto, anche quando non incontravo la comprensione delle persone a me vicine

  1. Guardando verso il futuro…come sarà Ylenia fra 20 anni?

Bella domanda! Credo sempre piena di energia ed idee e spero spesso con la valigia in mano! Adoro viaggiare e mi manca molto, quindi mi piacerebbe poter viaggiare sia per lavoro (corsi e consulenze in giro per il mondo…perché no?), ma anche per piacere!

Grazie Ylenia per averci regalato la ricetta dei tuoi ravioli con ripieno di lenticchie

Intervista a Ylenia Motta da Rotterdam
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