Dacia Maraini
14/06/2021
«Anche noi che ci preoccupiamo per un gatto dalla zampa spezzata o per un cane abbandonato, poi facciamo finta di non sapere come vengono uccisi i vitelli per fornirci di bistecche: in fila di prima mattina al mattatoio, uno dietro l'altro, aspettando il turno per sottoporsi al crudele chiodo pneumatico che spacca loro il cranio in un secondo.
E la cosa più atroce è che mentre fanno la fila, vedono morire i figli, i fratelli, le madri, i padri.
E quando li trasportano da un paese all'altro, da una città all'altra, li spingono dentro dei vagoni sprangati in cui sono costretti a stare in piedi per giorni interi, facendosi i bisogni l'uno addosso all'altro, senza mangiare e senza bere (tanto vanno a morire e chi se ne frega), proprio come facevano i nazisti con le loro vittime».
da "Dolce per sé" (1977)